Vaccata
22 Aprile 2021 - 3.137 visualizzazioni
GEOGRAFIA INFERA SHINTOISTA
Lo Yomi “Paese delle Acque Gialle” è il luogo fisico presso cui risiedono le anime dei morti. Vi sono diverse interpretazioni che cercano di fornire un'ubicazione di questo paese: secondo alcuni lo Yomi si trova nelle profondità della terra mentre per altri esso potrebbe trovarsi nel cuore di una montagna. Dal termine “Yomi” deriva la parola “yami”, ovvero “oscurità”. Questo perché il “Paese dei Morti” risulta essere un luogo buio e corrotto dalla sporcizia.
L'entrata dello Yomi viene posta presso Izumo. Il luogo di confine tra il mondo dei vivi e quello dei morti prende il nome di Yomotsu Hirasaka ed è rappresentato come un ripido pendio che impedisce a chi vi passa di tornare indietro.
Vi e poi una strada che se percorsa porta ad un grande palazzo. Lì vicino sorge la fornace dello Yomi dove viene preparato il cibo che, se mangiato, impedisce di lasciare gli inferi.
Nel mito che vede Izanagi discendere nello Yomi in cerca della compagna Izanami viene citata un'entità infera che parrebbe avere un certa autorità, quest'essere è Yomotsu Kami letteralmente la divinità dello Yomi. Sarà poi la stessa Izanami a diventare la suprema divinità dello Yomi “Yomotsu Ookami” dopo che Izanagi la fuggirà e l'abbandonerà. Sempre nel mito viene detto che Susanoo regnerà su una terra collegata allo Yomi chiamato Nenokuni, ovvero “Luogo delle Radici” che alcuni identificano come il confine tra il Paese dei Morti e quello dei Vivi.
Altre entità infere importanti sono gli otto dei del fulmine chiamati Yakusa no Ikazuchi, esseri vermiformi nati dal corpo di Izanami che rappresentano i vari aspetti della tempesta. Poi vi sono le Yomotsu Shikome, ossia gli spiriti delle donne furiose. Infine viene fatta menzione dello Yomotsu Ikusa, cioè dell'Esercito dello Yomi di cui però non sappiamo la composizione.
Durante la sua fuga dagli inferi Izanagi modificò la geografia dello Yomi. Egli infatti prima formò un grande lago di urina e poi fece crescere un divino albero di pesco detto Okamutsumi no Kami nei pressi dell'uscita che fu poi sbarrata con una pietra.
Lo Yomi “Paese delle Acque Gialle” è il luogo fisico presso cui risiedono le anime dei morti. Vi sono diverse interpretazioni che cercano di fornire un'ubicazione di questo paese: secondo alcuni lo Yomi si trova nelle profondità della terra mentre per altri esso potrebbe trovarsi nel cuore di una montagna. Dal termine “Yomi” deriva la parola “yami”, ovvero “oscurità”. Questo perché il “Paese dei Morti” risulta essere un luogo buio e corrotto dalla sporcizia.
L'entrata dello Yomi viene posta presso Izumo. Il luogo di confine tra il mondo dei vivi e quello dei morti prende il nome di Yomotsu Hirasaka ed è rappresentato come un ripido pendio che impedisce a chi vi passa di tornare indietro.
Vi e poi una strada che se percorsa porta ad un grande palazzo. Lì vicino sorge la fornace dello Yomi dove viene preparato il cibo che, se mangiato, impedisce di lasciare gli inferi.
Nel mito che vede Izanagi discendere nello Yomi in cerca della compagna Izanami viene citata un'entità infera che parrebbe avere un certa autorità, quest'essere è Yomotsu Kami letteralmente la divinità dello Yomi. Sarà poi la stessa Izanami a diventare la suprema divinità dello Yomi “Yomotsu Ookami” dopo che Izanagi la fuggirà e l'abbandonerà. Sempre nel mito viene detto che Susanoo regnerà su una terra collegata allo Yomi chiamato Nenokuni, ovvero “Luogo delle Radici” che alcuni identificano come il confine tra il Paese dei Morti e quello dei Vivi.
Altre entità infere importanti sono gli otto dei del fulmine chiamati Yakusa no Ikazuchi, esseri vermiformi nati dal corpo di Izanami che rappresentano i vari aspetti della tempesta. Poi vi sono le Yomotsu Shikome, ossia gli spiriti delle donne furiose. Infine viene fatta menzione dello Yomotsu Ikusa, cioè dell'Esercito dello Yomi di cui però non sappiamo la composizione.
Durante la sua fuga dagli inferi Izanagi modificò la geografia dello Yomi. Egli infatti prima formò un grande lago di urina e poi fece crescere un divino albero di pesco detto Okamutsumi no Kami nei pressi dell'uscita che fu poi sbarrata con una pietra.
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GEOGRAFIA INFERA SUMERA
Secondo i Sumeri gli inferi sono un regno ben definito e localizzato, esso infatti si trova nei recessi della terra e possiede diversi nomi significativi tra cui Ki-gal “la Grande Terra” e Kur-nu-gi-a “Terra Senza Ritorno”. Questo luogo, simile ad una fortezza inespugnabile, è circondato da sette fila di altissime mura. Nel Kur (diminutivo utilizzato di frequente per intendere l’aldilà sumero) vigono legge ferree a cui non possono sfuggire nemmeno gli dèi. Sovrana degli inferi, per quanto riguarda il mito sumero, è la dea Ereshkigal, sorella di Inanna e moglie di Gugalanna, il Grande Toro Celeste. Nel Kur, oltre alla dea, vi sono anche sette divinità minori che giudicano le anime dei morti, essi sono gli Annuna. Le leggi e le decisioni promulgate da Ereshkigal o da queste entità minori vengono fatte osservare da esseri demoniaci. La legge più importante che vige negli inferi è la seguente: nessuno, una volta entrato, può uscirvi.
Per accedere al Kur bisogna passare dalla Grande Porta, detta anche “Occhio degli Inferi”, sorvegliata dal Gran Portiere Neti. Egli, dopo aver constatato lo stato del defunto, apre i sette chiavistelli e spalanca le porte dell'oltretomba. Seguono altre sei porte per un totale di sette come le mura. Al centro del Kur si innalza il Palazzo degli Inferi ove si trova il sacro trono di Ereshkigal.
La sorte degli uomini nell'aldilà è determinata dalle modalità della loro morte, chi morirà a causa di una disgrazia soffrirà per l'eternità, o dal numero dei figli: chi possiede un figlio piange amaramente vicino al chiodo che ha piantato sul muro; chi ha due figli siede su due mattoni e mangia pane; colui che ha tre figli beve acqua da un otre portato dal deserto; chi ha quattro figli gioisce come se avesse aggiogato quattro asini; colui che ha cinque figli vive come uno scriba ed è chiamato a Palazzo; chi ha sei figli gioisce come un fattore mentre colui che ha sette figli siede su un trono insieme agli dèi e si bea della loro presenza.
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Secondo la mitologia greca Il regno infero era il luogo fisico che le ombre dei defunti raggiungevano dopo il trapasso. Esso veniva situato nei recessi della terra. Si narra che avesse diversi ingressi sparsi in tutto il mondo ma che fossero celati agli occhi dei mortali.
Le ombre, una volta giunte nell'Ade, dovevano affrontare un lungo viaggio.
La tradizione funeraria greca imponeva di collocare una moneta sotto la lingua del defunto. Essa serviva per pagare il traghettatore Caronte. Egli aveva il compito di trasportare da una sponda all’altra del fiume Stige i morti. Il fiume Stige, insieme ai suoi affluenti quale l'Acheronte, il Flegetonte, il Cocito e il Lete formano la palude Stigia.
Sulla sponda opposta Cerbero, il mastino dalle tre teste, sorvegliava il passaggio pronto a divorare i viventi avventuratisi nelle terre dei morti e le ombre che tentavano la fuga.
Continuando il viaggio le ombre arrivavano nei pressi di una triforcazione dove venivano accolte da Radamante, colui che giudica gli asiatici, Eaco, il giudice degli europei, e Minosse che aveva l’ultima parola sui casi più difficili. Ognuna delle tre vie conduceva a un luogo diverso: la prima portava alla prateria degli Asfodeli ove le ombre di chi non fu né malvagio né virtuoso in vita vagavano senza requie; l’unico piacere che questi gusci vuoti provavano era dato dal bere il sangue delle libagioni dei vivi, ciò permetteva alle ombre di far affiorare alla loro mente il ricordo sbiadito della loro umanità; oltre la prateria si trovava Erebo sul quale si ergeva il palazzo di Ade e Persefone, re e regina degli inferi. La seconda via conduceva al Tartaro, dove venivano torturati per l’eternità coloro che in vita avevano commesso atti atroci. L’ultima via portava ai Campi Elisi, luogo di calma e serenità. qui risiedevano le anime di chi in vita fu virtuoso; le ombre degne dei Campi Elisi avevano la possibilità di ritornare sulla terra e, se per tre volte la loro condotta fosse risultata meritevole, avrebbero soggiornato nelle Isole Beate.
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