MaxPuma: Markoo E arriviamo alla ciliegina sulla torta, i soldi di Banca Etruria. Perché se bisogna avvelenare il pozzo bisogna farlo per bene. I soldi a cui si fa riferimento non sono soldi che il PD ha regalato a Banca Etruria, ma soldi che furono ritirati da Banca Etruria prima della data del bail in che avrebbe colpito quei conti. Il dubbio, lecito, è che i clienti che alleggerirono Banca Etruria ritirando i loro denari prima della manovra fatta dal governo per il salvataggio della banca – manovra dovuta, altrimenti i soldi persi dai correntisti sarebbero stati molti di più, ma questo pochi hanno interesse a spiegarlo – avessero avuto una qualche soffiata. Anche qui però non siamo di fronte a una storia insabbiata. Tutto è alla luce del sole, l’indagine giudiziaria è in corso da tempo. Come veniva spiegato su Il Giornale nel 2016:
Non sono i soldi da risarcire ai clienti truffati, bensì quelli che alcuni clienti privilegiati avrebbero ritirato dai depositi di Etruria tra l’inizio di ottobre e e il 18 novembre. Guarda caso la data che precede il bail in, quel decreto del governo Renzi che ha salvato CariFerrara, Banca Marche, Popolare di Etruria e CariChieti. La Procura di Arezzo ora vuole vederci chiaro.
Si cerca di identificare i clienti che con i loro prelievi a sei zeri hanno impoverito ancor di più la banca. Si vuole capire se questi abbiano ricevuto una soffiata “privilegiata” sul destino dell’istituto bancario. Come riportano Il Messaggero e Il Corriere della Sera, la circostanza appare limpida agli occhi di Santoni che – nel ricorso presentato il 28 dicembre – scrive: “La situazione di liquidità si presenta assai critica, atteso che, secondo quanto emerge dalle informazioni dei commisari straordinari, le riserve liquide sono inadeguate, per effetto dei deflussi dei fondi che hanno interressato la banca.”
E arriviamo alla ciliegina sulla torta, i soldi di Banca Etruria. Perché se bisogna avvelenare il pozzo bisogna farlo per bene. I soldi a cui si fa riferimento non sono soldi che il PD ha regalato a Banca Etruria, ma soldi che furono ritirati da Banca Etruria prima della data del bail in che avrebbe colpito quei conti. Il dubbio, lecito, è che i clienti che alleggerirono Banca Etruria ritirando i loro denari prima della manovra fatta dal governo per il salvataggio della banca – manovra dovuta, altrimenti i soldi persi dai correntisti sarebbero stati molti di più, ma questo pochi hanno interesse a spiegarlo – avessero avuto una qualche soffiata. Anche qui però non siamo di fronte a una storia insabbiata. Tutto è alla luce del sole, l’indagine giudiziaria è in corso da tempo. Come veniva spiegato su Il Giornale nel 2016:
Non sono i soldi da risarcire ai clienti truffati, bensì quelli che alcuni clienti privilegiati avrebbero ritirato dai depositi di Etruria tra l’inizio di ottobre e e il 18 novembre. Guarda caso la data che precede il bail in, quel decreto del governo Renzi che ha salvato CariFerrara, Banca Marche, Popolare di Etruria e CariChieti. La Procura di Arezzo ora vuole vederci chiaro.
Si cerca di identificare i clienti che con i loro prelievi a sei zeri hanno impoverito ancor di più la banca. Si vuole capire se questi abbiano ricevuto una soffiata “privilegiata” sul destino dell’istituto bancario. Come riportano Il Messaggero e Il Corriere della Sera, la circostanza appare limpida agli occhi di Santoni che – nel ricorso presentato il 28 dicembre – scrive: “La situazione di liquidità si presenta assai critica, atteso che, secondo quanto emerge dalle informazioni dei commisari straordinari, le riserve liquide sono inadeguate, per effetto dei deflussi dei fondi che hanno interressato la banca.”